L’aumento dei prezzi dell’energia è diventato insostenibile e sta determinando una grave crisi economica con il rischio che molte aziende del riciclo della carta, a breve, si vedranno costrette a ridurre sensibilmente il proprio ciclo produttivo anche a causa del blocco dei settori industriali a valle del nostro.
Il grido di allarme è di Unirima, Unione nazionale imprese raccolta, recupero, riciclo e commercio dei maceri, associazione di cui fa parte anche Galli srl di Castelnuovo Rangone (Modena).
Si teme il raggiungimento dei limiti massimi di stoccaggio negli impianti – scrive Enrico Netti sul Sole 24 Ore del 2 Settembre 2022 – con il rischio che il settore della raccolta e riciclo di carta e cartone vada verso uno stop forzato.
Tale situazione – comunica ancora Unirima – unita alla chiusura delle attività economiche che ricevono la materia prima “carta da macero” prodotta dagli impianti di recupero/riciclo carta, ha determinato il crollo del valore delle materie prime secondarie con i prezzi di agosto che si sono praticamente dimezzati rispetto a quelli del mese precedente, mettendo ulteriormente sotto pressione la tenuta del sistema.
Bonomi di Confindustria disegna ulteriori scenari da brivido: “Se dovessero venire a mancare, effettivamente, quattro miliardi di metri cubi di gas supposti, vuol dire spegnere quasi un quinto delle industrie italiane”.
Cosa fare dunque con il caro energia?
Unirima chiede al governo di intensificare le verifiche su eventuali speculazioni, di introdurre un price cap sul prezzo dell’energia e di scollegare il valore delle rinnovabili dal gas, nonché di adottare misure temporanee volte ad incrementare le capacità di stoccaggio degli impianti.
La situazione che si sta determinando potrebbe portare a una crisi ambientale, legata alla forte riduzione della capacità di trattamento degli impianti e alla conseguente ripercussione sull’attività di raccolta e trasporto e riciclo dei rifiuti.